22/11/01    Gli Ori del Museo Gregoriano Etrusco. Musei Vaticani

 

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Serie - Gli Ori del Museo Etrusco
Tipo: Serie Celebrativa Francobolli
Pontificato: GIOVANNI PAOLO II
Tematiche: Culturali
Data: 01/09/2000
Valori: L. 800, 1200, 1500, 2000

(0,41 - 0,52 - 0,77 - 1,03)

Costo della serie: Lire 5.500  (€  2,73)
Formato: 51 x 36 mm.
Dentellatura: 13¼ x 13¼
Foglio da: 10 esemplari
Dimensioni del foglio: 213 x 135 mm.
Tipo di stampa: rotocalcografia
Stamperia: Joh. Enschedé (Olanda)

La collezione degli ori del Museo Gregoriano Etrusco (Musei Vaticani), senz'altro una delle più importanti e di più antica tradizione museografica, si è formata principalmente nel corso delle fortunate campagne di scavo che nel primo Ottocento hanno interessato le antiche città dell'Etruria meridionale, allora comprese nei confini dello Stato Pontificio.

Provenienti esclusivamente da antiche sepolture, questi preziosi testimoniano il fasto di una civiltà che non conosceva concrete limitazioni alla profusione di ricchezze nell'ultima dimora. Gli ori etruschi sono caratterizzati, più che dall'ostentazione in quantità del prezioso metallo, dal ricorso a tecniche sofisticatissime e, per certi versi, ineguagliate nella loro finezza, quali la granulazione e la filigrana.

Le opere prescelte per questa serie documentano in larga parte il millenario orizzonte cronologico di questa antica civiltà. Il fasto dell'epoca orientalizzante è esemplificato dalla meravigliosa grande fibula da parata (675-650 a.C.) rinvenuta nella tomba principesca di Cerveteri, detta Regolini-Galassi dal nome dei suoi scopritori; un ricco repertorio animalistico e astratto viene adottato nella decorazione di questo oggetto unico che compendia tutto il patrimonio tecnologico degli antichi orafi. Alla fioritura arcaica riportano i raffinati e caratteristici orecchini a bauletto della seconda metà del VI sec. a.C., con decorazione di ispirazione vegetale e inserti animalistici, ottenuti con sofisticate tecniche che saldavano insieme decine e decine di pezzi minutissimi, realizzati separatamente. Un repertorio iconografico di origine greca si osserva su borchie decorate a sbalzo, originariamente pertinenti a fibule, come quella di Vulci che riproduce Capaneo in armi, eroe argivo della saga dei Sette contro Tebe, colpito dal fulmine di Zeus (425-400 a.C. circa). Si giunge infine con la testa di Medusa (III sec. a. C.) all'età ellenistica, con l'adesione a quel linguaggio artistico universale seguito all'espansione macedone, periodo che accompagna il progressivo confluire della civiltà etrusca nel mondo romano. (Dr. Francesco Buranelli, Reggente - Direzione Generale dei Monumenti, Musei e Gallerie Pontificie).